Raspberry Pi 4: nuova versione con 8GB di RAM a soli 75 dollari

La single board compatta più venduta (quasi 3 milioni di unità distribuite in tutto il globo) si evolve ancora una volta, mostrando una nuova versione di sé che le consente di espandere ancora di più i suoi orizzonti e soddisfare tutti quegli utenti per cui la memoria di un dispositivo non sembra mai abbastanza. Gli indizi c’erano, errori di stampa (o presunti tali) avevano già fatto intuire che prima o poi sarebbe giunta noi e oggi, come un fulmine a ciel sereno, tramite un comunicato sul sito ufficiale è arrivata l’attesa notizia: Raspberry Pi 4 è finalmente disponibile nella versione con 8GB di RAM.

Il chip BCM2711 di Broadcom, adottato dal Raspberry Pi 4 Model B, grazie all’utilizzo di un ARM Quad-Core Cortex-A72 a 64 bit e a una Memory Management Unit migliorata rispetto al passato, riesce a gestire fino a 16GB di LPDDR4 SDRAM. La versione da 8GB del Raspberry Pi 4 era quindi una possibilità ben più che concreta e diventa il nuovo punto di riferimento per tutti gli sviluppatori che hanno necessita di compilare lunghi codici o più semplicemente anche per quegli utenti che utilizzano tale scheda compatta per la navigazione Internet e non vogliono sentirsi limitati nell’aprire nuove finestre.Da un punto di vista hardware, i cambiamenti non si sono limitati al raddoppio di RAM disponibile rispetto alla versione più prestante precedentemente in commercio, ma sono state effettuate anche delle variazioni circa l’alimentazione della board per consentirle di gestire questo incremento di memoria. Nella pratica è stato rimosso un SMPS (Switch-Mode Power Supply) locato accanto alle USB 2.0 e ne è stato posizionato un altro in prossimità del connettore di alimentazione della USB di tipo C. Questa necessaria operazione è purtroppo costata un ritardo di tre mesi a causa dell’interruzione di rifornimenti da parte dei produttori orientali, bloccati dal COVID-19.Non mancano novità anche sul versante software. Sebbene il sistema operativo di Raspberry Pi e annesso kernel (pur essendo a 32 bit) fossero in grado di gestire tranquillamente 8GB di RAM tramite una intelligente distribuzione dei processi, l’azienda ha deciso di ricompilare e distribuire a 64 bit una nuova versione beta di tutto il pacchetto. Il motivo è presto detto: a causa della limitazione dei 32 bit, un singolo processo non avrebbe in ogni caso potuto vedere più di 3GB di RAM e, mentre per i processi di un browser questa soluzione poteva andar comunque bene dato che ogni scheda ne crea uno nuovo, ci sono operazioni per cui un singolo processo necessita per forza di avere accesso fisico a tutta la RAM disponibile, rendendo la strada dei 64 bit l’unica percorribile. Ultimamente da Raspberry Pi Foundation ci giungono tante buone notizie. Solo pochi giorni fa vi parlavamo della possibilità di avviare il Raspberry Pi 4 tramite USB in seguito ad un aggiornamento firmware e il ritrovato entusiasmo da parte della comunità, ora che gli effetti del COVID-19 stanno iniziando a scemare, porterà sicuramente allo sviluppo di nuove interessanti funzionalità e alle creazione di tanti altri accessori dedicati alla nostra board all-in-one preferita.

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